danza araba | Danza e Musica Araba https://danzaemusicaaraba.com L'universo artistico del Medio Oriente Mon, 05 Aug 2019 01:02:04 +0000 it-IT hourly 1 Nagwa Fouad https://danzaemusicaaraba.com/nagwa-fouad/ Mon, 05 Aug 2019 00:09:56 +0000 https://danzaemusicaaraba.com/?p=633 Awatef Mohammed El Agamy, in arte Nagwa Fouad, nacque ad Alessandria nel 1939 da padre egiziano e madre Palestinese, senza altri fratelli. La sua famiglia si trasferì a Jaffa, ma ben presto Nagwa rimase...

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Awatef Mohammed El Agamy, in arte Nagwa Fouad, nacque ad Alessandria nel 1939 da padre egiziano e madre Palestinese, senza altri fratelli. La sua famiglia si trasferì a Jaffa, ma ben presto Nagwa rimase orfana di madre, ma fortunatamente la seconda moglie del padre, anch’ella palestinese, se ne prese cura con amore.

Nagwa Fouad e la matrigna dovettero scappare da Jaffa, che era stata conquistata dagli israeliani, vivendo con lei per un periodo del campo profughi di Al-Arish. Quando il padre naturale di Nagwa si risposò, la ragazzina se ne andò al Cairo con la matrigna, a soli 15 anni, anziché rimanere con lui. La forte relazione con la matrigna rimase stabile durante tutta la sua vita.

Nagwa mostra ben presto il suo talento per la danza nell’ambito di feste familiari e matrimoni locali, e decide di dedicarsi alla professione artistica. Si trasferisce al Cairo molto giovane e inizia a lavorare in alcuni piccoli locali notturni. Grazie alla sua innata musicalità, soprattutto ritmica, il pubblico comincia ad amarla. 

Al Cairo Nagwa Fouad trova lavoro come centralinista presso una agenzia di attori, la  Orabi Agency. Il proprietario, Orabi, un giorno la scoprì mentre ballava di nascosto al lavoro, e la persuase ad affittare un costume da danzatrice, procurandole spettacoli in un locale per turisti. Pochi mesi più tardi Nagwa Fouad già ballava all’ Auberge Nightclub.

Nagwa venne arrestata perché si esibiva senza aver compiuto l’età minima per farlo, 16 anni, cosa assolutamente illegale in Egitto, ma riuscì a convincere la polizia di essere più adulta, e si fece rilasciare. Infatti la sua vera data di nascita non è ancora del tutto chiara!

Comincia a studiare danza classica, moderna, jazz con diversi maestri e coreografi, si mantiene in continuo allenamento praticando parecchi sport (aerobica, nuoto, tennis…) e, sempre grazie al suo orecchio musicale, comincia a collaborare con ottimi musicisti.

Il primo film che interpretò come danzatrice fu Al Sherea al Hob (La strada dell’amore), del 1959, accanto al grande cantante Abdel Halim Hafez, sulla famosa canzone “Ouloulou”.

Momento chiave per la vita professionale e personale di Nagwa Fouad fu l’incontro, nel 1960, con il famoso compositore, direttore d’orchestra e produttore Ahmad Fouad Hassan, quando si esibiva al Casinò Abdeen. Ahmad era molto più adulto di lei, aveva ben 17 anni di più, ed era nel mondo dello spettacolo da sempre. Dal loro incontro e dalla loro collaborazione Nagwa Fouad poté migliorare le proprie capacità teatrali, e capì come impegnarsi per sviluppare il proprio talento naturale fino a diventare la star che conosciamo oggi. Nagwa decide di studiare danza seriamente e si iscrive alla scuola di Nelly Mazloum, e comincia a studiare anche folklore russo. Si innamorano e si sposano. Il loro matrimonio dura 6 anni, e si converte in una amicizia, poiché Nagwa non ha inclinazioni materne e ciò che la cattura è solo la sua carriera.

Dopo questo film, spesso Nagwa Fouad accompagna Abdel Halim Hafez come ballerina.

Nagwa Fouad ha recitato in oltre cento film come attrice e in oltre 250 come ballerina: il giornalista Mustapha Amin le ha dato il soprannome di “la Rita Hayward d’Egitto”, continuando a portare avanti parallelamente i suoi spettacoli dal vivo negli hotel a cinque stelle.

Nel 1974 Nagwa si sposa con  il manager dello Sheraton, lo svizzero-libanese Libanese Sami El-Zoghbi, un manager laureato a Londra di grande successo, che decide di utilizzare la figura artistica di Nagwa Fouad per garantire il successo della riapertura dello Sheraton del Cairo. E’ colpo di fulmine.  I due condividono sogni ambiziosi ed una grande passione per il lavoro. Diplomatici e capi di stato vanno pazzi per la danza di Nagwa Fouad , e l’artista si è esibita in tutto il mondo, sempre con grande successo.

Nel 1975 Nagwa Fouad comincia a collaborare con il coreografo Mohammed Khalil. La collaborazione continuerà fino al 1992, sostenendo le scelte stilistiche della danzatrice.

Altro momento fondamentale nella sua carriera artistica è il lavoro a fianco di Mohammed Abdel Wahab, nel 1976: il musicista compone per lei “Amar arba’tasher” (Luna 14, il quattordicesimo giorno del ciclo lunare, cioè la lua piena), e Nagwa si lancia nella sperimentazione di una nuova danza, molto teatrale, che le permette di fondere le caratteristiche delle sue danzatrici preferite: Naima Akif e Tahiya Karyoka.

Da allora la danza di Nagwa Fouad spazia in tutti i campi del folklore egiziano e orientale, e si fa sperimentale, teatrale e personale dando una svolta alla storia. La danza di Nagwa Fouad è sempre gioiosa e la ballerina si spinge a trovare mille trucchi per sperimentare, ad esempio, scenografie (in un video, danza come se si trovasse su un giradischi, in un altro, molto famoso, su Raqs Sitt el Hossn, entra portata, su una portantina dorata, da un paio di uomini, e cammina sotto una pioggia di petali di rosa, danzando con un ventaglio d’oro in una scenografia teatrale, nella quale l’inquadratura della danza non è fissa, in ripresa frontale, ma la telecamera si sposta nello spazio, danzando con lei. Oggi può far sorridere ma all’epoca fu una vera novità).

Nagwa continua a danzare pur essendo anziana, e afferma “L’arte non ha nulla a che vedere con l’età o la nazionalità… è legata alla creatività e alla presenza e se l’artista è in grado di dare e ne gode, deve continuare ad esibirsi”.

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Musica araba colta https://danzaemusicaaraba.com/musica-araba-colta-2/ Mon, 04 Jun 2018 13:19:59 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=561 La musica nella cultura araba L’Egitto costituisce il cuore del mondo arabo-musulmano, del quale è stato sempre centro di irraggiamento artistico e intellettuale a partire dal secolo XI. Crocevia fra la cultura africana, quella...

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La musica nella cultura araba

L’Egitto costituisce il cuore del mondo arabo-musulmano, del quale è stato sempre centro di irraggiamento artistico e intellettuale a partire dal secolo XI.

Crocevia fra la cultura africana, quella araba e quella mediterranea, la musica dell’Egitto si è definita in vari stili e repertori determinati dalle esigenze della vita quotidiana, soprattutto differenziandosi fra città, soprattutto il Cairo, e campagne, con differenze ulteriori in Nubia e presso i beduini delle oasi.

La tradizione musicale egiziana segue la linea monodica, modale e di tradizione orale della musica araba. Prevede una grande varietà di emissioni di timbri e voci, in cui l’improvvisazione gioca un ruolo fondamentale.

 

Musica classica colta in Egitto

musica egiziana

Musica araba

Si sviluppò molto soprattutto sotto i Fatimiti (969-171) e gli Ayubiti (1171-1250), ed i primi Mamelucchi.

I califfi se ne deliziavano e la protesero molto. Con la conquista turca del paese ad opera di Selim I (intorno al 1516-17) il mondo arabo divenne provincia ottomana, e l’attività artistica decadde in uno stato di stagnazione che si risolse solo nel secolo XIX con la Nahda, il nuovo Rinascimento, che nacque dal confronto con l’occidente industriale e dalla spinta generale a liberarsi socialmente.

Il rinnovamento si espresse nel trovare uno stile musicale proprio, al di là del semplice essere confluenza fra Maghreb-aAndalusia e Oriente. Abili musicisti favorirono questo movimento, come Abdu al Hamuli (1841-1901), rivoluzionarono le antiche forme di Muashshah, Qasida ecc, creando nuove forme come il Dawr o altre di ispirazione turca, come il Bashraf vocale e strumentale.

Agli inizi del ‘900 grandi musicisti valorizzarono e rinnovarono la tradizione creando nuove forme vocali e strumentali, nutrite dal sentimento nazionale nascente e dal trionfo del canto lirico.

Verso il 1925 in Egitto c’erano decine di compagnie di teatro comico e tragico, commedia musicale, operetta… Prezioso fu allora il contributo di Sayyid Darwish, che rese la musica libera dal conformismo precedente, attingendo dal folklore e parlando nei testi poetici di temi popolari, creò un legame fra le parole e l’espressione degli stati d’animo. La sua musica accomunava tutti gli strati sociali e le età, esprimendo i sentimenti di tutta una società, per cui fu adorato, e lo è ancora.

La grande attività culturale teatrale dell’inizio del ‘900 si protrasse fino agli anni ’40.

Nel 1932 il Primo Congresso di Musica araba.

La comparsa del cinema sonoro (1935), della radio (1934) e del disco (1904), l’insegnamento nei conservatori assecondo metodi europei si manifestò una tendenza filo-occidentale che ridusse la produzione culturale a una vasta impresa commerciale, spingendo i musicisti verso la facilità, l’imbastardimento e lo spirito da vedette.

Anche i grandi artisti, come Um Kulthoum, Abdel Wahhab, Riadh al Sunbati, Farid el Atrache, che erano stati fedeli continuatori della tradizione, finirono per cedere alle lusinghe della moda, adattandosi alle sonorità delle orchestre europee, e della musica occidentale in senso lato. Ma molti di più furono gli artisti mediocri che guardarono solo al soldo e la grande diffusione della loro musica, favorita da cinema, Radio, disco e poi TV, imbastardì la musica in tutto il mondo arabo.

 

Wasla (Waslat al plurale)=concerto egiziano

Cultura musicale araba

Cultura e musica araba

Erano 22, e prendevano il nome dal maqam principale, e si svolge secondo una serie di brani vocali e strumentali (nawba), che di solito comprende:

1) Bashraf, ouverture strumentale, con 4 parti diverse di ugual misura e un ritornello (taslim) che si ripete dopo ogni parte., con cicli ritmici lunghi

2) Una serie di Muashshahat nello stesso maqam con ritmi vari che vanno dal più lento al più vivace. Poesia post classica di origfine andalusa omonima che combina sillabe accentate e non

3) Un samai, ouverture della seconda parte della wasla. Deriva dal bashraf, e si compone, come questo di 4 parti diverse intervallate da un taslim, con un ritmo di 10/8 intervallato , prima dell’ultimo ritornello, con una strofa di ¾ o 6/8 o 6/4 4) Improvvisazione vocale o strumentale (layali, mawwal e taqsim)

5) Dawr, si basa come il zajal andaluso su poesia strofica in quartine e in lingua dialettale. Alterna un solista che canta la strofa (ghusn) con il ritornello dell’insieme (madhhab)

6) Qasida adattamento musicale di versi poetici classici a metro fisso. All’inizio era improvvisata su ritmo wahda, poi è stata studiata e perfezionata

 

Taqtuqa=canzone leggera

Deriva dal dawr cui somiglia. Eseguita un tempo unicamente dalle awalim, cantanti e artiste professioniste, il cui complesso è costituito da alima, ra’isa e ‘usta e 7 accompagnatrici: un riqq, un tar (tamburo grande), 3 tabla, ud, a volte suonato da un uomo, cieco, e una raqisa, danzatrice. Il complesso era molto ricercato e si esibiva al riparo dagli sguardi maschili dietro una tenda o una finestra. Le melodie semplici e piacevoli e i ritmi vivaci davano alla taqtuqa larga popolarità

 

Tahmila

E’ un brano strumentale fisso su ritmo wahda basita. Viene intercalata da improvvisazioni eseguite dai vari strumentisti a turno

 

Dulab

Ouverture strumentale fissa eseguita all’inizio della wasla o del Dawr Longa, pezzo strumentale che viene eseguito alla fien delle suites. Somiglia al bashraf ma ha tempo rapido e vivace e ritmo binario. Al repertorio classico di cui sopra, si sono aggiunti nuovi generi, dalla fine dell’800: musica da danza, musica descrittiva, canzoni derivate dall’arte lirica, a monologo e dialogo, canzoni di varietà…

 

Takht

E’ il complesso tradizionale di 6/10 strumenti: ud, kamanga, qanun, nay, daff, mughanni o mutrib e un coro (alatiyya, plurale di alati)

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Tahiya Karyoka https://danzaemusicaaraba.com/tahiya-karyoka/ Thu, 05 Apr 2018 17:02:54 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=282 Tahiya Karyoka Bedaweya Muhammad Karim al Nirani, in arte Tahiya Karyoka, è una figura di grande rilievo nella storia della danza orientale. Tutte le danzatrici la annoverano fra le proprie muse ispiratrici. Troviamo il...

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Tahiya Karyoka

La danzatrice Thaya Karyoka

La ballerina Tahiya Karyoka

Bedaweya Muhammad Karim al Nirani, in arte Tahiya Karyoka, è una figura di grande rilievo nella storia della danza orientale. Tutte le danzatrici la annoverano fra le proprie muse ispiratrici. Troviamo il suo nome trascritto con parecchie varianti: Taheyya, Taheya, Tahya, Tahiya, Tahiyyah, Caryoca, Karioka, Karioca, Karyooka…

Nata probabilmente nel 1919 a Manzala (o fra il 1915 e il 1920: le sue biografie riportano notizie contrastanti, e nel mondo arabo è molto frequente che i dati anagrafici non siano precisi), e si trasferisce con la famiglia a Ismailiya.

Innamorata della danza, e con il grande desiderio di poter ballare, Bedaweya litiga con la famiglia, che ne osteggia il sogno artistico, e si trasferisce al Cairo a casa di una amica di famiglia che gestisce un locale notturno. L’amica non vorrebbe che Bedaweya intraprenda la professione di danzatrice, ma la passione della ragazza supera ogni limite, e viene notata da alcuni impresari. La sua carriera inizia nel 1930, con uno spettacolo al celebre Cabaret Casinò di Badia Masabni, dove incontra il mondo dello spettacolo professionale ed ha l’occasione di migliorare le sue competenze artistiche.

Badia le dà il nome artistico Tahiya Muhammad. Nel contempo, Tahiya prende lezioni di danza classica alla famosa scuola di danza Ivanova, al fine di prepararsi meglio al professionismo.

Nel cabaret di Badia, Tahiya lavora accanto a Samia Gamal e a Naima Akef , e il locale è per lei trampolino di lancio verso il successo. Con Samia Gamal costruisce un rapporto molto stretto, alcuni dicono di grande amicizia e collaborazione, altri dicono di grande e assoluta rivalità.

La giovane oltre a danzare canta e il pubblico ben presto si innamora di lei, per la sua naturale eleganza e fluidità, che sembravano non costarle nessuna fatica. Tahiya Karyoka è anche una persona curiosa, e non si ferma di fronte alle novità, per cui comincia a danzare con la spada e con il candelabro, suscitando ancora di più l’ammirazione dei suoi fans. Vederla ballare sul palco aveva un fascino magnetico.

L’occasione che le ha portato grande successo fu nel 1940, con la rappresentazione di un ballo ispirato alla danza brasiliana chiamato “il Karyoka”, dedicato al film americano “The street of Rio” e a Carmen Miranda, tanto che decise di assumere definitivamente il nome d’arte, appunto, di Karyoka.

Fra gli anni ’30 e ’40 l’industria cinematografica egiziana era fiorentissima e conobbe un’epoca di massimo splendore: sul territorio nazionale erano presenti almeno 150 compagnie di produzione e ciascuna presentava almeno 3 film a stagione. La maggioranza di film prodotti erano commedie musicali, molto apprezzate dal pubblico in cerca di distrazioni e leggerezza causata dalla guerra in corso.

La danzatrice Tahiya Karyoka

La ballerina Tahiya Karyoka

Questa era la situazione ideale per chi, come Tahiya Karyoka, lavorava proprio come danzatrice cinematografica. Nel contempo, Taheya conservò coscienziosamente il suo lavoro al locale di Badia Masabni.

Venne scritturata dapprima come ballerina nei film, e ben presto divenne anche attrice, mostrando così di avere doti di artista completa. Nella vita interpretò oltre 200 film, in una carriera durata 50 anni.

Donna attiva e intelligente, possedeva una vasta libreria, era in grado di parlare fluidamente l’inglese e il francese e di gestire personalmente la sua impresa lavorativa: per organizzare i suoi numerosi impegni cinematografici e teatrali, Tahiya Karyoka creò, con il regista Hessein Fawzy e due attori, un’agenzia di produzione, la Sharkat Al Shabab (compagnia dei giovani), riuscendo a conciliare l’attività imprenditoriale con quella artistica. L’agenzia produsse solo due film, prima di sciogliersi: “Aheb El Ghalat” (Amo lo sbaglio) e “Aheb El Baladi” (Amo il mio paese).

Ebbe persino l’occasione di partecipare ad una produzione di Hollywood, verso la fine degli anni 60, ma la guerra nel 1967 annullò questa occasione e Tahiya ritornò al Cairo. Dopo il suo ritorno cominciò a lavorare in televisione e occasionalmente ricevette anche dure critiche.

Nel 1936 Tahiya danzò alla processione in onore del matrimonio di re Farouk.  Il re aveva soltanto 16 anni ed era appena stato incoronato re, dopo la morte del padre. Tahiya si esibì ballando sulla musica di Umm Kulthoum, la quale era una sua ammiratrice: di lei una volta la grande cantante disse che era “un’ artista in grado di cantare con il corpo”. Re Farouk la apprezzò per tutta la vita e Tahiya, da intellettuale, fu persino messa in carcere dopo la rivoluzione che depose Faruk, come sostenitrice di una controrivoluzione che facesse ritornare in Egitto la monarchia costituzionale, nel 1953.In prigione fece lo sciopero della fame, per far valere le sue idee.

Con la sua volitività Tahiya scioperò in segno di protesta contro una nuova legge che non favoriva gli attori, nel 1987.

La danzatrice Tahiya Karyoka

la ballerina Tahiya Karyoka

Tahiya era molto apprezzata come artista e come donna, e non aveva bisogno di promuovere le sue attività, poiché il suo talento lo faceva per lei. Aveva anche l’ammirazione di Umm Kulthoum e di Abdel Halim Hafidh, ma i religiosi, che invece accettavano le danze di Mahmoud Reda e Farida Fahmy, non apprezzavano le sue doti artistiche di donna forte e seduttiva. Tahiya era nota per i suoi giochi di parole e per i gesti ironici ed ammiccanti nelle performances. La sua danza era sensuale e mostrava appieno la sua forte personalità.

Si è sposata ben 14 volte, in pratica con tutti gli uomini più importanti della sua epoca, ma non riuscì mai ad avere figli pur mantenendo un forte amore verso la famiglia ed un grande attaccamento ai suoi fratelli e nipoti. Inoltre espresse il suo lato materno attraverso la beneficenza nei confronti dei bambini. Due anni prima di morire, adottò una bambina che era stata abbandonata proprio sulla sua porta di casa.

La famosa ballerina muore nel 1999 per un attacco cardiaco, dopo essere diventata molto religiosa e aver lasciato le scene. Alle celebrazioni per il suo funerale intervennero moltissime personalità egiziane. La figlia adottiva alla sua morte venne adottata da Fifi Abdou.

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Suheir Zaki https://danzaemusicaaraba.com/suheir-zaki/ Thu, 05 Apr 2018 16:57:21 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=280 Suheir Zaki Nacque nel 1944 a Mansoura nel sud dell’Egitto. Quando aveva nove anni, la sua famiglia si spostò ad Alessandria. Fin dalla più tenera età Suheir Zaki danzava tutto il tempo, cosa molto...

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Suheir Zaki a 22 anni nel film “My love is in Cairo”

Suheir Zaki

Nacque nel 1944 a Mansoura nel sud dell’Egitto. Quando aveva nove anni, la sua famiglia si spostò ad Alessandria.

Fin dalla più tenera età Suheir Zaki danzava tutto il tempo, cosa molto normale in Egitto, in tutte le occasioni di festa, di ritrovo, di aggregazione sociale e di svago. Dice di sé “ho bisogno di danzare quanto gli altri ne hanno di respirare”, una giusta frase che riesce a rendere l’idea della sua necessità di godere la più grande gioia, quella del movimento.

Ad Alessandria la vita notturna era piuttosto attiva e vivace, anche grazie al fatto che la città è un luogo di villeggiatura e di turismo, e ben presto Suheir cominciò a lavorare nei night clubs della città, nonostante il padre non fosse per niente d’accordo. Quando il padre morì, la madre si risposò e il secondo marito sostenne la carriera artistica di Suheir, tanto da diventare il suo manager personale. La famiglia si trasferì al Cairo, dove in breve tempo si guadagnò una buona fama, fino a che cominciò a lavorare in televisione, su coreografie di Ibrahim Akef, che, come sua abitudine, la aiutò a trovare il suo stile unico, che mettesse in risalto le sue doti e le sfaccettature della sua personalità.

Cominciò a lavorare nel cinema, come ballerina ed attrice, ed ebbe subito un grande successo.

la ballerina del sud Egitto Suheir Zaki

la danzatrice egiziana Suheir Zaki

I suoi movimenti sono molto fluidi e rotondi, e danza in modo dolce, innocente ed amorevole, mai volgare o aggressivo. Spesso danza con gli occhi chiusi o lo sguardo basso, completamente coinvolta nel suo mondo e si nota sempre un grande piacere nel movimento, scevro da atteggiamenti ammiccanti o compiacenti, rimanendo coerente con il suo carattere e la sua sincera passione per la danza.

Dotata di una eccezionale musicalità, Suheir Zaki è diventata una  icona della danza in Egitto: la sua immagine si trova praticamente su tutte le musicassette degli anni ’70 e ’80. La sua grandissima sensibilità musicale la rese ancora più famosa, e i suoi fans erano completamente ammaliati dalla sua grazia. La sua danza non aveva bisogno di avvalersi di accessori, come veli o bastoni, rimanendo sempre pura relazione con la musica.

Si avventurò anche ad interpretare con la danza la musica di Umm Kulthoum, cosa che prima aveva fatto solo Tahiya Karioca. Si racconta che Umm Kulthoum fosse infastidita quando udì che qualcuno ballava la sua musica, considerandolo svilente, e chiese a Mohammad Abdel Wahhab di trovare notizie su questa danzatrice. Il musicista rimase affascinato dalla bravura di Suheir e disse quindi ad  Umm Kulthoum che non si doveva preoccupare: “Come tu canti con la tua voce” le disse, “lei canta con il suo corpo”.

Suheir incontrò suo marito su un set: lo zio del marito era un famoso regista, Hassa Al Seifi, che fu per lei molto di aiuto per la sua carriera cinematografica.

La sua carriera la portava a vivere nello stress, fra spettacoli, film ed apparizioni televisive, tanto che ebbe diversi aborti spontanei. Riuscì a portare a termine la gravidanza solo una volta, nel 1986, e grazie al figlio riuscì a calmarsi un po’ professionalmente e a portare avanti ritmi di lavoro più dilatati e meno stressanti.

Con la guerra del Golfo del 1990/91 ci furono problemi economici ed una crescita del fondamentalismo islamico che portarono al fallimento parecchi locali notturni in Egitto. Suheir Zaki scelse di ritirarsi quasi completamente dalla scena, all’apice della sua carriera, come molte dive fece la scelta di lasciare al pubblico il ricordo di lei nel pieno del suo successo.

Nel 2001 Suhair Zaki cominciò ad insegnare a danzatrici internazionali al festival annuale organizzato al Cairo da Raqia Hassan “Ahlan Wa Sahlan”, ma rimane dell’ opinione  che le danzatrici non provenienti dal’ Egitto non riescano ad arrivare al livello delle egiziane, perché non possiedono l’orecchio musicale necessario per riconoscere i diversi ritmi musicali arabi e il senso dell’umorismo tipico e spontaneo nelle persone di quella parte del mondo, né lo spirito vivace necessario e indispensabile per trasmettere e portare avanti una tradizione e una cultura che dura da secoli e che non risiede solo nei passi di danza che si possono fare durante un esibizione o una coreografia. Certo è che moltissime danzatrici cercano di imitarne lo stile, ammaliate dalla sua arte, anche dopo così tanti anni dal suo ritiro dalle scene teatrali.

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Samia Gamal https://danzaemusicaaraba.com/samia-gamal/ Thu, 05 Apr 2018 16:53:50 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=278 Samia Gamal Samia Gamal, il cui vero nome era Zaynab Ibrahim Mahfuz, nasce a Wana, nel 1924. In tenera età si trasferisce al Cairo, nelle vicinanze del famoso Bazar Khan el-Khalili. A soli 8...

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Samia Gamal

La danzatrice egiziana Samia Gamal in due pose

la ballerina Samia Gamal

Samia Gamal, il cui vero nome era Zaynab Ibrahim Mahfuz, nasce a Wana, nel 1924.

In tenera età si trasferisce al Cairo, nelle vicinanze del famoso Bazar Khan el-Khalili.

A soli 8 anni rimane orfana di  madre, e a 14 abbandona la casa paterna per  trasferirsi dalla sorella maggiore.

Si racconta che alla sua prima esibizione in pubblico Samia fosse tanto nervosa da dimenticare la coreografia. Il pubblico incomincia a fischiarla e lei abbandona il palco. Il coreografo la costringe a ritornare in scena e lei si toglie le scarpe ed incomincia a danzare improvvisando, riscuotendo a questo punto grande successo. Da notare che le danzatrici dei Cabaret ballavano sempre con le scarpe (di fattura occidentale) per ribadire di… avere il denaro sufficiente per potersele permettere, e danzare a piedi nudi era considerato poco elegante. Samia però piacque tanto che il pubblico stesso la soprannominò “la danzatrice dai piedi scalzi”.

La famosa Badia Masabni la ingaggia per esibirsi nel suo locale, e le dà il nome d’arte con cui diventerà famosa: Samia Gamal. Si esibisce dapprima una volta alla settimana: è l’inizio di una grande carriera. Inizia a studiare danza con Badia stessa, e con un maestro di danza classica e moderna, condividendo gli allenamenti ed il palcoscenico con l’altra grande star di quel momento, Tahiya Karyoka, collega di palcoscenico al Cabaret di Madame Badia. Il training le permette in breve di sistematizzare le sue capacità coreutiche innate. L’attaccamento al locale di Badia e la riconoscenza di Samia verso la sua musa ispiratrice fecero si’ che Samia non si esibisse in altri locali in Egitto, ma soltanto al Cabaret di Badia Masabni e in importanti feste private.

In breve divenne una stimata solista.

La sua personalità sul palco è molto frizzante ed energetica, un inno alla gioia di vivere e alla leggerezza.

Persino, a dispetto della sua prima apparizione pubblica, Samia introduce l’uso di scarpe con il tacco alto per ballare. Il suo stile ha ispirato una enorme quantità di danzatrici, portando la danza orientale persino ad Hollywood e da lì nelle scuole di danza d’Europa.

Un incontro fondamentale nella vita artistica e personale di Samia è quello con il cantante e musicista Farid el Atrache, che suona l’Oud nell’orchestra dello stesso locale. E’ un travagliato colpo di fulmine. Farid è un musicista di successo, enormemente addolorato per la prematura perdita della sorella, la cantante Asmahan, morta in un incidente in circostanze piuttosto misteriose. Colmare il vuoto lasciato in lui dalla perdita della sorella era impossibile, ma Farid trovò conforto nella relazione, mai sfociata in matrimonio, con Samia Gamal. Si dice che lui non volesse o non potesse sposarsi con lei poiché egli proveniva da una famiglia drusa libanese e per tradizione avrebbe potuto sposare soltanto una donna drusa, e non certamente una danzatrice! Ma la relazione proseguì e Samia lo motivò a buttarsi a capofitto nel cinema. Nel 1947 la coppia si esibisce in “Habib el Omr” (L’amore della mia vita), il primo di una lista di 5 film di enorme successo. Si possono paragonare alla coppia Hollywoodiana Fred Astaire e Ginger Rogers!

la danzatrice della golden era Samia Gamal in una fotografia con dedica

la ballerina Samia Gamal

E’ del 1949 “Afritah Hanem” (La principessa diavoletto), una delle sue interpretazioni più famose, accanto alla bambina prodigio della danza egiziana dell’epoca, Fairouz Arteen Kalevan, soprannominata, proprio in onore del film, Feirouz Hanem.

Nel 1949 il re Faruk proclama Samia la danzatrice rappresentante nazionale dell’Egitto.

Dopo 5 film la coppia si divise, e Samia, perseguitata dalla stampa, si trasferì all’estero, nel 1950, dove comunque continua ad avere successo come artista. Si esibisce a New York, nel famoso nightclub The Latin Quarter ed in tutta Europa, portando per la prima volta la danza orientale all’estero in forma professionalmente valida. Gira vari film fra cui “Ali Baba ed i quaranta ladroni” con Fernandel e “La vallata dei re” con Robert Taylor.

Samia sposa il ricchissimo texano Sheppard King III, che per lei si converte alla religione islamica e la convince a trasferirsi in America. Grazie a questo, Samia entra a pieno diritto nel jet set americano, ma il matrimonio non dura a lungo.

L’esperienza americana segna la sua visione della danza, che diviene più teatrale, e Samia gettò le basi della forma di danza orientale che conosciamo oggi, e che infatti utilizza forme e dinamiche prese evidentemente dal balletto classico.

Dopo il divorzio, Samia ritorna al Cairo, dove riprende a lavorare con Farid el Atrache.

Nel 1958 sposa l’attore egiziano Rushdi Abaza, con cui interpreta parecchi film. Rushdi era stato il marito di Tahiya Karyoka. Da quest’unione, che durerà diciassette anni, nasce una figlia, Quismet. Nel 1972 si ritira dalle scene, per ritornare ad esibirsi nei primi anni ’80, ritorna alle scene per un anno o due con Samir Sabri.

Fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1994, fece una vita molto ritirata, rifiutando tutti gli inviti ad insegnare all’estero: si sente artista ed interprete, non maestra. La sua eredità al mondo dell’arte sono gli 84 film di cui è protagonista.

Samia Gamal è stata la prima danzatrice con una preparazione coreutica completa, e con una visione teatrale della coreografia. Ha contribuito in maniera determinante alla formazione di ciò che la danza orientale è oggi, elevandola a livello professionale e migliorandone l’immagine sociale. Le danzatrici a seguire ne copiarono lo stile, e pare ormai una cosa normale che nella danza orientale ci siano arabesques e giri rapidi, come nel balletto classico, ma prima che questa pioniera li sperimentasse nella sua danza nessuno li aveva mai introdotti!

Samia Gamal dietro le quinte

Samia Gamal dietro le quinte

Samia creò uno stile molto personale, incorporando la tecnica della danza classica e soprattutto, cosa molto particolare, di danza latino americana, nella danza orientale, tratto molto caratteristico suo. Grazie al suo training fisico molto completo, Samia aveva una capacità di coordinazione e di precisione perfetta sui suoi movimenti, mantenendo grazia ed eleganza anche durante i momenti di maggiore focosità.

Tipico del suo stile è l’uso molto particolare dei movimenti delle braccia, intricati ed eleganti, e l’introduzione del velo nella danza. Si narra che la sua insegnante di balletto le diede un pezzo di stoffa da tenere in mano durante la danza per farle imparare ad usare le braccia in modo più fluido e Samia trovò la cosa tanto interessante che decise di incorporarla nelle sue performances. Samia usava il velo con una grazia incredibile, ed è un esempio di eccellenza nell’uso di questo accessorio, che piacque molto al pubblico, e perciò Samia continuò ad utilizzarlo. Il velo le dava maggiore sicurezza, e la aiutava a prendere confidenza con i movimenti fluidi delle braccia, e quindi decise di utilizzarlo spesso durante l’introduzione della sua performance: ormai entrare con un velo in mano è diventato un classico della danza orientale, e la storia deve a Samia Gamal questa creazione. Il suo modo di usare il velo dava l’impressione che si trattasse di una estensione del suo corpo, non di un accessorio esterno che venisse buttato qui e là per riempire lo spazio con acrobazie sceniche.

Una piccola curiosità: nel film francese Ali Baba e i 40 ladroni Samia indossò un gioiello per coprire l’ombelico: nessuna danzatrice prima di lei lo aveva fatto.

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Raqia Hassan https://danzaemusicaaraba.com/raqia-hassan/ Thu, 05 Apr 2018 16:51:17 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=276 Raqia Hassan Raquia è una coreografa e insegnante di fama internazionale. Si è formata alla scuola di Mahmoud Reda e ha danzato nella sua compagnia, la Reda Troupe per anni, anche come solista. Profonda...

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Raqia Hassan

la danzatrice Raqia Hassan

la ballerina Raqia Hassan

Raquia è una coreografa e insegnante di fama internazionale. Si è formata alla scuola di Mahmoud Reda e ha danzato nella sua compagnia, la Reda Troupe per anni, anche come solista. Profonda conoscitrice della danza folkloristica egiziana, base del suo inconfondibile stile, è considerata una delle più importanti sviluppatrici della tecnica della danza egiziana e della rappresentazione scenica. Raqia Hassan ha insegnato a molte delle più famose danzatrici egiziane nel suo piccolo studio-abitazione a Il Cairo e viene contattata da un sempre crescente numero di danzatrici provenienti da tutto il mondo. E’ molto popolare sia in Europa che negli USA .

È una danzatrice e un’ artista che lavora molto su di sé, in costante evoluzione artistica, ed è abituata a collaborare con grandi coreografi e musicisti. Nonostante sia così famosa e riconosciuta, tratta comunque i suoi studenti con il massimo affetto e rispetto,  in qualsiasi circostanza. La sua padronanza della lingua inglese e la sua bravura nel descrivere i movimenti della danza la rendono l’insegnante ideale per il ballerino straniero che vuole approfondire questa danza, da qualsiasi parte del mondo provenga: troverà subito una connessione con lei, che è abituata a lavorare con artisti di tutto il mondo. Il suo amore per questa danza diventa palpabile quando si ha la fortuna di guardarla ballare.

la danzatrice Raqia Hassan

la ballerina Raqia Hassan su una locandina

La sua padronanza dei movimenti della danza le consente di seguire la musica in tutte le sue sfumature con estrema spontaneità ma anche in maniera molto personale, riuscendo a  caratterizzare ogni sua performance sempre in modo diverso e affascinante, indimenticabile per chi studia con lei ma anche per chi, semplicemente la vede ballare in sporadiche apparizioni.

In ogni occasione di danza trova il modo di mettere se stessa e le sue abilità a disposizione di allievi e studenti, in modo che i suoi stage e workshop siano aperti e fonte di confronto e di studio. Si tratta di una ballerina e di un’ insegnante che sa calibrare nella giusta misura l’intensità del sentimento che la danza orientale richiede, in modo che sia possibile coglierla senza sforzo, tanto da rendere le sue esibizioni  estremamente dirette e fruibili.

Il suo temperamento la aiuta nell’insegnamento e il suo background di danza conferma il riconoscimento di cui gode.

Diventata membro della Reda national Folklore troup del Cairo a soli sedici anni, Raquia Hassan ha continuato ad allenarsi e a studiare con  Mahmoud Reda stesso. e solo successivamente a assunto il ruolo di insegnante per i nuovi ballerini della compagnia. Il primo amore di Raqia fu per la danza orientale, ma non avendo la possibilità di perseguirlo si unì alla compagnia di folklore:  pur di ballare avrebbe fatto di tutto , e questa scelta professionale le permise di allenare ballerini per oltre venti anni.

Incontrò Azza Sharif nel 1984, durante una sua esibizione a teatro che le chiese subito di diventare sua insegnante ed ebbe il pregio di vedere in lei, oltre che una ballerina, una maestra.

Quando lasciò la compagnia Reda si rese conto che la sua strada era un’altra, tanto da non insegnare più coreografie di folklore. Riesce ad aiutare ogni ballerino a sviluppare uno proprio stile, perché riesce a vedere le caratteristi predominanti in ogni danzatore. Insegnò a innumerevoli altre importanti ballerine e danzatrici egiziane Fifi Abdou Nelly FouadMona SaidDina, Aida Nour,  Shar Hamdi ma anche ballerine emergenti e più recenti come Nani e Hendaiya.

Raqia crea il famosissimo festival del Cairo, dedicato interamente alla danza del ventre, Ahlan wa Sahlan.

E’ riuscita a lasciare un’ impronta indelebile  nella danza orientale così come la si può trovare oggi sui palchi del Cairo. Ci sono dei movimenti che lei è riuscita ad abbellire introducendoli in quello che adesso è considerato lo stile egiziano moderno, movimenti facilmente riconoscibili come ad esempio i movimenti delle anche di Mona Said o anche i grandi cerchi fatti da Dina, chiave dell’influsso stilistico che Raqia è riuscita a trasmettere e a far giungere fino al tempo più recente.

Ha un amore infinito per la danza e per la sua capacità di cambiare, di evolvere, la paragona spesso alla moda e ne  interpreta il cambiamento ogni volta che ne ha la possibilità mettendosi alla prova prima di tutto come studiosa e non come grande ballerina, riuscendo a rinnovarsi ogni volta e rimettendosi alla prova. La sua interpretazione è potente e coerente con l’espressione del viso, è fortemente convinta che la sensazione venga prima della musica e vede l’amore per la danza anche se è nutrito da altre persone straniere giunte in Egitto solo per la danza.

Distingue i periodi storici della danza egiziana in un “prima che fosse conosciuta”  e “un dopo che è stata conosciuta” nel mondo e nota quanto gli stranieri oggi conoscano questo ballo e ne sappiano cogliere le sfumature con attenzione.

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Naima Akif https://danzaemusicaaraba.com/naima-akif/ Thu, 05 Apr 2018 16:37:14 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=270 Naima Akif Nata a Tanta, nel Delta del Nilo, nel 1929, Naima Akif ha iniziato giovanissima la sua carriera: a soli 4 anni, già si esibiva con il Circo Akef, di proprietà della sua...

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Naima Akif

la danzatrice Naima Akif in un film in bianco e nero

la ballerina Naima Akif

Nata a Tanta, nel Delta del Nilo, nel 1929, Naima Akif ha iniziato giovanissima la sua carriera: a soli 4 anni, già si esibiva con il Circo Akef, di proprietà della sua stessa famiglia. Nel circo, Naima si è impratichita in tutti i tipi di acrobazia circense, diventando una delle attrazioni fondamentali. La sua famiglia viveva nella zona di Bab el Khalqal Cairo, ma viaggiava di continuo per lavoro.

Quando Naima aveva solo 14 anni, il circo fallì e i suoi genitori divorziarono, ma il nonno della giovane artista aveva molti contatti con il mondo dello spettacolo del Cairo e la sua carriera proseguì nei locali del Cairo, sempre con spettacoli di acrobazie e clown.

Durante questi spettacoli, Naima ebbe la grande fortuna di capitare nel noto locale di Badia Masabni, ed ebbe un enorme successo come danzatrice e cantante, suscitando la simpatia della direttrice del locale e le invidie delle colleghe, che le assalirono in una rissa e venne licenziata.

Cominciò quindi a lavorare in parecchi locali, e al Kit Kat club venne presentata al regista Abbas Kemal, il cui fratello, anche lui regista, Hussein Fawzy la volle come protagonista di un suo film musicale. Andò in scena così “Al-Eïch wal malh” (pane e sale), con Naima come protagonista femminile e il nipote del grande cantante e compositore Mohammed Abdel Wahab, Saad Abdel Wahab come protagonista maschile. Era il 1949. Il film ebbe un grande successo, e fu il primo di una lunghissima serie: il regista girò con Naima ben 15 film, e divenne anche suo marito.

Da qui, la scalata al successo. Naima divenne una star del cinema.

Filmografia:

la ballerina Naima Akif

la diva Naima Akif

– 1949: Al-Eïch wal malh (pane e sale) di Hussein Fawzi

– 1949: Lahalibo di Hussein Fawzi

– 1949: Baladi Wa Khafa di Hussein Fawzi

– 1950: Furigat di Hussein Fawzi

– 1950: Baba Areess di Hussein Fawzi

– 1951: Fataat Al Sirk di Hussein Fawzi

– 1952: Ya Halawaat Al Hubb di Hussein Fawzi

– 1954: Arbah Banat Wa Zabi di Hussein Fawzi

– 1954: Aziza Hussein di Hussein Fawzi

– 1955: Bahr El Gharam (Un mare d’amore) di Hussein Fawzi

– 1957: Ya tamr Henna (O fiore dell’henné) di Hussein Fawzi (probabilmente la sua migliore interpretazione, di certo quella che l’ha resa più famosa al grande pubblico)

– 1958: Ahibbak Ya Hassan (Ti amo, Hassan) di Hussein Fawzi

– 1957: Inta habibi (Sei il mio amore)

– 1958: Bab el hadid (La porta di ferro, Stazione centrale del Cairo)

– 1960: Kholkhal Habibi (La cavigliera del mio amomre) di Hassan Reda

– 1963: El Hakiba El Sawda (La valigia nera) di Hassan El Seifi

– 1963: Amir El Dahaa (Il principe dello stratagemma) di Henri Barakat

– 1967: El khouroug min el gouana con Farid Al Atrache

– El aris el thani (Il secondo marito) con Nagwa Fouad

Insieme con Samia GamalTahiya Karyoka, Naima Akef è stata una delle grandi stelle della danza orientale.

Il suo stile era molto elegante e fluido, e ben sottolineava la sua grazia naturale, sostenuta dal continuo e regolare lavoro corporeo. Divenne forse la più famosa attrice del cinema egiziano. Fondò uno dei primi gruppi folkloristici professionali nel paese, Ya Lail Ayn.

Nel 1957 ha vinto un premio in un concorso del folklore al Festival della Gioventù di Mosca.

Nel 1964 si ritirò dalle scene per dedicarsi alla famiglia, e al figlio, nato dal suo secondo matrimonio con il contabile Salah Abdel Aleem. Ma la vita familiare per Naima Akef durò poco: morì infatti di cancro a soli 36 anni, nel 1966.

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Mona Saa’id https://danzaemusicaaraba.com/mona-saaid/ Thu, 05 Apr 2018 16:33:10 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=266 Mona Saa’id Mona Ibrahim Wafa, in arte Mona, è stata una meravigliosa danzatrice, la quale, per qualche ragione, non riuscì mai a raggiungere l’olipmo delle danzatrici più famose, rimanendo sempre un po’ in secondo...

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Mona Saa’id

la danzatrice Mona

Mona

Mona Ibrahim Wafa, in arte Mona, è stata una meravigliosa danzatrice, la quale, per qualche ragione, non riuscì mai a raggiungere l’olipmo delle danzatrici più famose, rimanendo sempre un po’ in secondo piano. Ciononostante, il suo valore artistico è ben riconosciuto.

Ha cominciato a ballare a 13 anni, e nel 1970 si è trasferita in Libano, per poter danzare nonostante suo padre fosse assolutamente contrario. Rimase in Libano fino al 1975, sfruttando a pieno l’epoca d’oro dei locali notturni di Beirut.

Nel 1975 ritornò in Egitto come danzatrice riconosciuta, star delle serate dei grandi alberghi. Prese parte anche ad alcuni film.

Tahiya Karyoka la soprannominò “la principessa del Raqs Sharqi”, e la stampa egiziana la chiamava “Samraa El Nile” (La scura del Nilo).

Si è esibita ed ha insegnato parecchio in Europa, soprattutto a Londra, e in America, in particolare in Brasile, dove è molto apprezzata.

la ballerina Mona sulla locandina di uno spettacolo di bellydance

Mona

Mona vive e insegnan a Hurghada. La sua tecnica è molto definita i suoi movimenti piccoli e minuziosi, non ama le esagerazioni, e la sua danza risulta molto elegante e naturale. Il suo stile è del tutto personale, non segue influenze di altre ballerine. Mona apprezza la danza “di cuore” non il tecnicismo delle coreografie, e quando si esibisce sceglie di assecondare le proprie emozioni, lasciandosi trasportare nella creazione di movimenti. Nei suoi spettacoli ha sempre scelto di collaborare con i migliori musicisti, dando alla musica un ruolo fondamentale nella danza, e credendo profondamente nel legame inscindibile fra danza e musica.
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Flessibilità regale https://danzaemusicaaraba.com/flessibilita-regale/ Wed, 28 Mar 2018 19:10:20 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=178 Articolo uscito D la Repubblica delle Donne, allegato di La Repubblica del 24/09/2005 Movimento – Un lavoro muscolare fluido che dà armonia Di Letizia Michelozzi E’ una rielaborazione delle danze tradizionali egiziane fatta dalla...

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Articolo uscito D la Repubblica delle Donne, allegato di La Repubblica del 24/09/2005

Movimento – Un lavoro muscolare fluido che dà armonia

Di Letizia Michelozzi

E’ una rielaborazione delle danze tradizionali egiziane fatta dalla danzatrice e coreografa Suraya Hilal. Si chiama Hilal Dance® e, grazie alla sua qualità, è entrata a far parte delle arti teatrali, evitando la banalizzazione degli spettacoli a uso dei turisti. Qui grazie a un profondo e naturale lavoro corporeo, il movimento risulta organico, fluido ed elegante. Il danzatore si muove in modo morbido ma senza mollezza, sapendo dosare la forza muscolare nel modo più efficace. Perciò, la qualità del movimento e la postura migliorano rapidamente.

“Nella nostra società, la conoscenza e la coscienza del corpo sono piuttosto scarse”, spiega Sabina Todaro insegnante autorizzata in Italia, “tanto che ci rendiamo conto di avere una schiena solo quando ci fa male. Il primo passo verso un uso sano e rispettoso del corpo è quello della presa di coscienza del movimento. Quanto più saremo presenti e consapevoli nel nostro corpo tanto meglio lo potremo muovere.

In questo senso, il lavoro della Hilal Dance costruisce una coscienza corporea che rende possibile alla persona abitare il proprio corpo con una qualità nuova e più profonda. Attraverso il lavoro sul proprio baricentro, sull’allineamento, sull’elasticità e sul respiro si diverrà in grado di utilizzare appieno le proprie potenzialità, rendendo addirittura possibile il recupero della mobilità persa dopo incidenti”. Il segreto di questa magia è accessibile a tutti, attraverso l’integrazione olistica del corpo che permette di muoversi in maniera integrata, cioè ogni sua parte si muove insieme alle altre, in un tutto unico, in una coordinazione che si basa sulla natura stessa dell’organizzazione neurologica umana. corrieredellaseradanza

“Assecondare il movimento naturale del corpo aiuta a trovare armonia anche nella vita di tutti i giorni e in economia, senza sprecare energia”, continua l’esperta. “Così, si diventa non solo eleganti ma anche efficienti, evitando le cattive abitudini posturali e motorie che rendono il corpo rigido, favorendo l’insorgere di dolori muscolari e disturbi articolari”.

Altri benefici della Hilal Dance sono l’allineamento delle catene muscolari sottoposte alla forza di gravità, il rinforzo (per danzare bene occorre che i muscoli siano tonici ma privi di tensioni), il dosaggio dell’energia nel movimento (muoversi in modo elegante significa sapere quanta forza mettere nel gesto per poter interpretare tutte le sfumature della musica ed esprimerla con grazia). Infine, l’uso attento del respiro obbliga a muovere il diaframma in modo attivo, a percepire la collaborazione fra muscolatura addominale e attività respiratoria per rendere disponibili maggiori quantità di ossigeno. “Il diaframma dà sostegno alla parte alta del corpo”, sottolinea la Todaro. “Quando si contrae produce lo stesso effetto sui muscoli del pavimento pelvico, sostenendo gli organi interni. Se respirando non si usa correttamente il diaframma, sarà necessario sfruttare muscoli secondari, situati nella parte alta del torace, che disturbano la corretta posizione di collo e testa”.

Prima il respiro

La preparazione iniziale prevede un lavoro corporeo simile alo yoga e allo stretching che si svolge in piedi e a terra con esercizi di respirazione, allungamento, centratura, mobilità e si effettua sempre in modo solistico, considerando il corpo come n tutto unico. Ecco perché gli esercizi risultano molto fluidi, simili a una danza, inglobando sempre gambe, braccia, testa e persino lo sguardo.

In un secondo tempo, l’attività diventa più specifica e si basa suo movimento chiave della Hilal Dance: il pendolo (un movimento che si compie lateralmente e verticalmente, che ammorbidisce le linee curve del corpo), la forbice (una torsione che ricorda il modo di camminare degli animali e porta a essere più eleganti), la spirale e i giri (movimenti circolari utili per contattare il proprio baricentro, trovare più equilibrio e un nuovo modo di rapportarsi con lo spazio). Questa parte della lezione viene accompagnata solo dal ritmo o da una melodia.

repubblicadanza_150Infine, si passa alla danza vera e propria con attenzione alla qualità del movimento, all’uso dello spazio, all’espressività, alla relazione con la musica e con il pubblico, alla messa in scena teatrale, all’improvvisazione.

Scarica l’immagine dell’articolo di D di Repubblica dedicato alla Hilal Dance

o scarica il testo dell’articolo in pdf

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