storia della musica | Danza e Musica Araba https://danzaemusicaaraba.com L'universo artistico del Medio Oriente Fri, 02 Aug 2019 20:45:21 +0000 it-IT hourly 1 La Musica e il Musicista https://danzaemusicaaraba.com/la-musica-e-il-musicista/ Mon, 04 Jun 2018 15:06:12 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=590 Distinguere un buon musicista arabo Riguardo le capacità che un musicista arabo deve avere per poter suonare in maniera consona alla tradizione, ecco un testo chiaro e conciso di Mourad Sakli, Direttore del Centro delle...

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Distinguere un buon musicista arabo

Riguardo le capacità che un musicista arabo deve avere per poter suonare in maniera consona alla tradizione, ecco un testo chiaro e conciso di Mourad Sakli, Direttore del Centro delle Musiche Arabe e Mediterranee di Tunisi e concertista, suonatore di oud tunisino.

“Il Virtuosismo”

“Nell’universo delle musiche modali del mondo arabo, il virtuosismo può essere definito come un insieme di qualità necessarie al musicista, tutte egualmente determinanti:

  • Grande maestria tecnica relativamente alle possibilità offerte dallo strumento o dalla voce.
  • Capacità di interpretare con una corretta intonazione una linea melodica. Con il termine corretta intonazione si intende il rispetto assoluto della scala del maqam (modo) e dei suoi differenti gradi la cui altezza varia (non in maniera fissa) in funzione dell’arco melodico.
  • Capacità di improvvisare nei differenti maqamat.
  • Capacità di evidenziare l’ossatura ritmica delle opere musicali anche suonando uno strumento melodico.
  • Capacità di rendere “viva” una composizione musicale, rinnovandola ad ogni interpretazione grazie all’improvvisazione estemporanea che si basa sull’ornamentazione.
  • Capacità di utilizzare un’ornamentazione che rispetti il fraseggio e lo stile dell’opera, nell’ambito sia dell’interpretazione vocale sia dell’interpretazione strumentale melodica o ritmica.”

Queste indicazioni definiscono soprattutto che il musicista, sia esso uno strumentista o un cantante deve in primo luogo padroneggiare la tecnica con precisione e sicurezza, e conoscere profondamente la tradizione musicale araba di riferimento. I Maqamat sono un ambito musicale molto definito e con una storia lunga e completa, che va vissuta e conosciuta profondamente per poter essere interpretata. In particolare, centrale nell’esplorazione del Maqam è la capacità improvvisatoria, che ovviamente si basa sulla possibilità tecnica di esecuzione musicale, ma che deve rimanere in un ambito di creazione momentanea, e non può venire snaturata dall’adozione di un cliché, di uno schema per confezionato. I musicisti che non abbiano una particolare esperienza tendono infatti a copiare un modello di improvvisazione, ma questo toglie l’essenza stessa del lavoro creativo dell’improvvisazione, che consiste nel nucleo centrale della musica araba stessa.

Le capacità ritmiche sono altrettanto fondamentali: nella musica araba non è pensabile che un musicista non abbia un senso del rimo estremamente sviluppato ed acuto e che la sua musica non rifletta con grande rispetto la struttura ritmica del brano e tutte le sue sfumature.

Infine, l’uso personale ed elegante dell’ornamentazione rende vivo lo spirito personale del musicista, e rende il brano unico ed irripetibile, proprio come si addice ad un genere musicale che nasce sempre dalla congiunzione fra il sentire del musicista, la situazione ed il pubblico presenti.

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L’origine della musica araba https://danzaemusicaaraba.com/lorigine-della-musica-araba-2/ Mon, 04 Jun 2018 14:03:09 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=578 La musica araba all’avvento dell’Islam La gente del deserto ha salvato attraverso la tradizione orale le usanze musicali del deserto. Non esistono nei testi antichi prove dell’esistenza della musica araba anteriori al VI secolo....

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La musica araba all’avvento dell’Islam
 musica orientale

Musica Araba

La gente del deserto ha salvato attraverso la tradizione orale le usanze musicali del deserto. Non esistono nei testi antichi prove dell’esistenza della musica araba anteriori al VI secolo.

I frequenti contatti con altre culture che permearono la vita degli arabi di città furono sempre filtrati dall'”esclusivismo arabo”, che permise di assorbire soltanto ciò che poteva arricchire ma non modificare la struttura della musica araba, fortemente legata alla poesia ed alla lingua.

L’iniziale condanna religiosa della musica e la sua successiva riabilitazione diedero luogo ad una serie di studi e ricerche nel campo della storia e della tecnica musicale, con un interesse per la civiltà musicali del passato. In tal modo furono riportati alla luce i fondamenti della musica greca, mentre le culture musicali dei popoli che l’Islam andava assoggettando entravano ad arricchire il patrimonio musicale arabo.

Le notizie più antiche sulla tecnica e sulla teoria musicale araba risalgono alla seconda metà del secolo VIII, epoca in cui visse Zalzal Mansur Ben Djafar, morto nel 791, virtuoso liutista persiano, zio e maestro del celebre Ishaq al Mausili (767- 850). Per primo Zalzal formalizzò l’esistenza di un intervallo di 3/4 di tono, al terzo ed al settimo grado della scala del modo Rast: Do, Re, Mi meno 1/4 di tono (o Mi semibemolle), Fa, Sol, La, Si meno 1/4 di tono (o Si semibemolle), Do. Gli intervalli risultano quindi: 1 tono, 1 tono, 3/4 di tono, 3/4 di tono, 1 Tono, 1 Tono, 3/4 di tono, 3/4 di tono. Questo intervallo è stato chiamato “terza neutra di Zalzal”. E’ per noi difficile, essendo condizionati dal sistema tonale, cantare la terza neutra, poiché siamo stati educati a “sentire” i modi maggiore e minore, e questi esercitano su di noi un forte richiamo.

La scala Rast ha una importanza fondamentale nella musica araba, poiché, come evidenzia D’Erlanger, autore dell’enciclopedia “La musique arabe”, la musica araba si svolge prevalentemente sulla “gamma fondamentale”, cioè sulle due ottave che di solito sono coperte dalla estensione della voce umana. La scala Rast si trova esattamente nel centro di questa “gamma fondamentale” (la gamma va dal Sol sotto il Do centrale del pianoforte al Sol di due ottave più acuto, mentre la scala di Rast va dal Do centrale al Do superiore). Rast significa in persiano “normale” o “regolare”. Tutto questo ci indica quanto la scala Rast sia da considerare come la scala di base, un po’ come quella di Do maggiore per la musica occidentale.

Musica e musicalità nella “recitazione” del Corano e nella preghiera musulmana

E’ molto difficile se non impossibile tracciare un confine fra l’essere o non essere musica in materia di declamazione o recitazione, dove massimo è l’impegno vocale, con enorme partecipazione del cuore e della mente come quando i musulmani leggono il Libro Santo. L’effetto che la salmodia del Corano ha sull’uditorio arabo è incredibile: commozione, sospiri, esclamazioni… La declamazione si impara per tradizione orale, studiando i testi che ne raccontano la storia e la teoria.

Il Corano è la summa delle rivelazioni fatte per volere di Dio dall’angelo (e non arcangelo) Gabriele a Maometto. Consta di 114 sure suddivise in aya’s, versetti. L’ordine delle sure, capitoli, è cronologico, e più o meno la loro lunghezza decresce, eccezion fatta per la prima sura, la “sura aprente” (Fatiha), che è di soli 7 versetti. Parte delle sure furono rivelate a Mecca, città natale di Maometto. Altre gli furono poi rivelate a Yatrib, Medina. Le sure si distinguono quindi in “medinesi” e “meccane”. Ogni sura ha un titolo generalmente affiancato dall’aggettivo relativo al luogo in cui è avvenuta la rivelazione.

Recitazione del corano

Musicalità del Corano

Citiamo la Fatiha, che è professione di fede, e viene sempre recitata con modulazioni ed espressioni musicali profonde.

1 Nel nome di Dio clemente e misericordioso!

2 Sia lode a Dio, il Signore del Creato

3 il Clemente, il Misericordioso,

4 il Padrone del dì del Giudizio!;

5 Te noi adoriamo, te invochiamo in aiuto:

6 Guidaci per la retta via,

7 la via di coloro sui quali tu hai effuso la Tua grazia, la via dio coloro coi quali non sei adirato, la via di quelli che non vagolano nell’errore!

Il recitante deve fare molta attenzione all’intelligibilità delle parole, rispondendo a requisiti di gusto ai quali tutti sono educati fin dall’infanzia. Nella lettura bisogna rispettare dei segni nel testo, che indicano accenti, cesure, legature, conferendo alla lettura una maggiore forza nel coinvolgere emotivamente l’uditorio.

Come nel Cristianesimo medievale, nell’Islam si studia il canto ma non la musica strumentale, giudicata profana, poiché svia l’attenzione dei fedeli dal culto. Il richiamo alla preghiera non ha base ritmica, cosa che lo rende più forte. Il muezzin lo proclama cinque volte al giorno verso i 4 punti cardinali.

Soprattutto per le celebrazioni del venerdì, è necessario che la voce dell’officiante abbia certe caratteristiche estetiche che presuppongono un certo studio. Deve essere forte e gradevole, ed avere musicalità toccante.

Ecco il testo del richiamo alla preghiera (Adhan)

Allah è grande!

Non esiste altro Dio che Allah!

E Muhammad è il suo Profeta!

Venite alla preghiera!

Venite alla salvezza eterna!

Allah è grande!

Non esiste altro Dio che Allah!

The post L’origine della musica araba first appeared on Danza e Musica Araba.]]> Musica araba colta https://danzaemusicaaraba.com/musica-araba-colta-2/ Mon, 04 Jun 2018 13:19:59 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=561 La musica nella cultura araba L’Egitto costituisce il cuore del mondo arabo-musulmano, del quale è stato sempre centro di irraggiamento artistico e intellettuale a partire dal secolo XI. Crocevia fra la cultura africana, quella...

The post Musica araba colta first appeared on Danza e Musica Araba.]]> La musica nella cultura araba

L’Egitto costituisce il cuore del mondo arabo-musulmano, del quale è stato sempre centro di irraggiamento artistico e intellettuale a partire dal secolo XI.

Crocevia fra la cultura africana, quella araba e quella mediterranea, la musica dell’Egitto si è definita in vari stili e repertori determinati dalle esigenze della vita quotidiana, soprattutto differenziandosi fra città, soprattutto il Cairo, e campagne, con differenze ulteriori in Nubia e presso i beduini delle oasi.

La tradizione musicale egiziana segue la linea monodica, modale e di tradizione orale della musica araba. Prevede una grande varietà di emissioni di timbri e voci, in cui l’improvvisazione gioca un ruolo fondamentale.

 

Musica classica colta in Egitto

musica egiziana

Musica araba

Si sviluppò molto soprattutto sotto i Fatimiti (969-171) e gli Ayubiti (1171-1250), ed i primi Mamelucchi.

I califfi se ne deliziavano e la protesero molto. Con la conquista turca del paese ad opera di Selim I (intorno al 1516-17) il mondo arabo divenne provincia ottomana, e l’attività artistica decadde in uno stato di stagnazione che si risolse solo nel secolo XIX con la Nahda, il nuovo Rinascimento, che nacque dal confronto con l’occidente industriale e dalla spinta generale a liberarsi socialmente.

Il rinnovamento si espresse nel trovare uno stile musicale proprio, al di là del semplice essere confluenza fra Maghreb-aAndalusia e Oriente. Abili musicisti favorirono questo movimento, come Abdu al Hamuli (1841-1901), rivoluzionarono le antiche forme di Muashshah, Qasida ecc, creando nuove forme come il Dawr o altre di ispirazione turca, come il Bashraf vocale e strumentale.

Agli inizi del ‘900 grandi musicisti valorizzarono e rinnovarono la tradizione creando nuove forme vocali e strumentali, nutrite dal sentimento nazionale nascente e dal trionfo del canto lirico.

Verso il 1925 in Egitto c’erano decine di compagnie di teatro comico e tragico, commedia musicale, operetta… Prezioso fu allora il contributo di Sayyid Darwish, che rese la musica libera dal conformismo precedente, attingendo dal folklore e parlando nei testi poetici di temi popolari, creò un legame fra le parole e l’espressione degli stati d’animo. La sua musica accomunava tutti gli strati sociali e le età, esprimendo i sentimenti di tutta una società, per cui fu adorato, e lo è ancora.

La grande attività culturale teatrale dell’inizio del ‘900 si protrasse fino agli anni ’40.

Nel 1932 il Primo Congresso di Musica araba.

La comparsa del cinema sonoro (1935), della radio (1934) e del disco (1904), l’insegnamento nei conservatori assecondo metodi europei si manifestò una tendenza filo-occidentale che ridusse la produzione culturale a una vasta impresa commerciale, spingendo i musicisti verso la facilità, l’imbastardimento e lo spirito da vedette.

Anche i grandi artisti, come Um Kulthoum, Abdel Wahhab, Riadh al Sunbati, Farid el Atrache, che erano stati fedeli continuatori della tradizione, finirono per cedere alle lusinghe della moda, adattandosi alle sonorità delle orchestre europee, e della musica occidentale in senso lato. Ma molti di più furono gli artisti mediocri che guardarono solo al soldo e la grande diffusione della loro musica, favorita da cinema, Radio, disco e poi TV, imbastardì la musica in tutto il mondo arabo.

 

Wasla (Waslat al plurale)=concerto egiziano

Cultura musicale araba

Cultura e musica araba

Erano 22, e prendevano il nome dal maqam principale, e si svolge secondo una serie di brani vocali e strumentali (nawba), che di solito comprende:

1) Bashraf, ouverture strumentale, con 4 parti diverse di ugual misura e un ritornello (taslim) che si ripete dopo ogni parte., con cicli ritmici lunghi

2) Una serie di Muashshahat nello stesso maqam con ritmi vari che vanno dal più lento al più vivace. Poesia post classica di origfine andalusa omonima che combina sillabe accentate e non

3) Un samai, ouverture della seconda parte della wasla. Deriva dal bashraf, e si compone, come questo di 4 parti diverse intervallate da un taslim, con un ritmo di 10/8 intervallato , prima dell’ultimo ritornello, con una strofa di ¾ o 6/8 o 6/4 4) Improvvisazione vocale o strumentale (layali, mawwal e taqsim)

5) Dawr, si basa come il zajal andaluso su poesia strofica in quartine e in lingua dialettale. Alterna un solista che canta la strofa (ghusn) con il ritornello dell’insieme (madhhab)

6) Qasida adattamento musicale di versi poetici classici a metro fisso. All’inizio era improvvisata su ritmo wahda, poi è stata studiata e perfezionata

 

Taqtuqa=canzone leggera

Deriva dal dawr cui somiglia. Eseguita un tempo unicamente dalle awalim, cantanti e artiste professioniste, il cui complesso è costituito da alima, ra’isa e ‘usta e 7 accompagnatrici: un riqq, un tar (tamburo grande), 3 tabla, ud, a volte suonato da un uomo, cieco, e una raqisa, danzatrice. Il complesso era molto ricercato e si esibiva al riparo dagli sguardi maschili dietro una tenda o una finestra. Le melodie semplici e piacevoli e i ritmi vivaci davano alla taqtuqa larga popolarità

 

Tahmila

E’ un brano strumentale fisso su ritmo wahda basita. Viene intercalata da improvvisazioni eseguite dai vari strumentisti a turno

 

Dulab

Ouverture strumentale fissa eseguita all’inizio della wasla o del Dawr Longa, pezzo strumentale che viene eseguito alla fien delle suites. Somiglia al bashraf ma ha tempo rapido e vivace e ritmo binario. Al repertorio classico di cui sopra, si sono aggiunti nuovi generi, dalla fine dell’800: musica da danza, musica descrittiva, canzoni derivate dall’arte lirica, a monologo e dialogo, canzoni di varietà…

 

Takht

E’ il complesso tradizionale di 6/10 strumenti: ud, kamanga, qanun, nay, daff, mughanni o mutrib e un coro (alatiyya, plurale di alati)

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Teoria musicale araba e danza https://danzaemusicaaraba.com/teoria-musicale-araba-e-danza-2/ Mon, 04 Jun 2018 13:06:08 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=555 Teoria musicale araba e danza Per prima cosa occorre ricordare che il mondo arabo è parecchio esteso, e che quindi sarà importante compiere una definizione di aree geografche di riferimento (per “mondo arabo” si...

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Teoria musicale araba e danza
alcuni strumenti musicali

strumenti musicali orientali

Per prima cosa occorre ricordare che il mondo arabo è parecchio esteso, e che quindi sarà importante compiere una definizione di aree geografche di riferimento (per “mondo arabo” si intendono i paesi arabofoni, al di là delle differenze etniche o religiose).

Altro elemento importante è di certo il tipo di ambiente musicale a cui si fa riferimento: anche in una stessa zona geografica ci sono differenze fra la musica colta e la musica popolare, e fra la musica di tradizione antica e quella moderna.

La musica e la danza popolare sono ancora vivi ed amati nelle varie regioni del mondo arabo anche se la globalizzazione sta inesorabilmente livellando tutte le manifestazioni artistiche su un unico piano omogeneo. Danza popolare rurale (Sha’abi) egiziana e musica di tradizione rurale Sha’abi egiziana sono un ricco patrimonio da salvaguardare.

Il fenomeno musicale era molto diverso da ciò che è oggi alle origini della sua storia.

Dopo l’invasione Ottomana, la musica colta ha subito ovunque una grossa influenza Turca e Mediorientale: i governatori ottomani del Medio Oriente inviavano ad Istanbul i loro musicisti di corte affinché imparassero le melodie ed i ritmi turchi e li potessero quindi riprodurre a corte, per cui la musica colta di vari paesi arabi è molto più omogenea di quella popolare in termini di scale musicali, ritmi, strumenti.

Un fattore importante per l’apprezzamento del fenomeno musica e danza nel mondo arabo è la considerazione morale che la società medio orientale ha di queste forme d’arte.

Distinguere un buon musicista arabo è spesso difficile per un orecchio non allenato: occorre infatti conoscere alcuni elementi fondamentali e soprattutto crearsi una familiarità con la musica araba attraverso l’ascolto.

Dopo il colonialismo vi è stata la tendenza ad apprezzare tutto ciò che era autoctono in contrapposizione con la cultura occidentale, perciò la musica e la danza araba ebbero una buona diffusione. Vennero aperti diversi conservatori di musica -una vera rivoluzione nel sistema musicale arabo, basato sulla tradizione orale- dedicati solo alla musica colta, poiché vennero creati su imitazione dei conservatori occidentali.Nel 1932 si fece un importante congresso dedicato alla definizione della musica araba al Cairo.

Scuole musicali

Possiamo riconoscere diverse scuole musicali fondamentali:

1 – Scuola Mediorientale: Egitto, Siria, Giordania, Libano, Palestina. L’Egitto ha da sempre svolto un ruolo di leadership musicale nei confronti degli altri paesi, favorito soprattutto dalla sua industria cinematografica: dagli anni ’50 la sua ricca produzione di film musicali ha portato la musica e la danza dell’Egitto in tutto il mondo arabo.

2 – Scuola Maghrebina: Marocco, Algeria, Tunisia e Libia. La zona del Nord Africa ha dal punto di vista musicale e della danza due grosse radici: quella della tradizione locale berbera e quella della scuola arabo andalusa, che è l’eredità artistica della presenza araba in Andalusia.

3 -Scuola Iraqena

4 – Scuola del Golfo: Arabia Saudita, Bahrein, E.A.U, Kuwait, Qatar, Oman e Yemen. In questi paesi la tradizione musicale è molto legata alle origini culturali popolari: fino a pochi anni fa, pochi in termini storici, prima della rivoluzioneeconomica che il petrolio ha generato nella zona, in questi paesi la popolazione si dedicava a pesca, pastorizia, artigianato e questo influenzava la produzione musicale.

5 – Scuola arabo-africana: Sudan, la regione più meridionale dell’Egitto, la Nubia e Mauritania. In queste regioni la musica è fortissimamente influenzata dalle sonorità africane.

L’avvento di disco, cinema, televisione

musica egiziana e araba

musica araba

L’entrata in scena dell’industria cinematografica e discografica ha completamente stravolto la produzione musicale e la danza araba: diversamente da come era sempre stato, anche i gusti musicali della gente comune potevano arricchirsi di elementi provenienti dalla radio, dal cinema e dalla televisione, apprendendo formule e modi di regioni molto distanti, mentre prima tutto faceva riferimento al circolo familiare e alla zona d’origine.

Persino il mezzo stesso dell’antico cilindro di cera e dei primi dischi a 78 giri fornirono grosse limitazioni alla musica: le incisioni potevano durare solo 3 minuti, quindi il musicista non poteva certo esprimersi liberamente, dovendosi attenere ad una tempistica tanto veloce. In realtà la limitazione del tempo è contraria allo spitiro improvvisativo ed espressivo che sta alla base della musica araba.

DIscorso molto simile si può fare per la danza egiziana: nei film gli attori erano cantanti e danzatori, e la produzione cinematografica egiziana è molto simile ai film americani degli anni di Fred Astaire e Ginger Rogers. I contributi della danza avevano il ruolo di alleggerire il clima e di divertire il pubblico, per cui a chi danzava veniva richiesto di modificare in tal senso la propria arte: oggi abbiamo motlissimi esempi di queto modo di danzare, ma nessuna testimonianza di come queste persone danzassero quando potevano esprimere la loro sensibilità artistica liberamente, al di fuori dagli schermi del cinema.

Inoltre con l’epoca della radio e della televisione stimoli occidentali sia di musica che id danza invasero il mondo arabo mdificandone profondamente i gusti e le abitudini.

Caratteristiche della musica araba

1 – Nella musica araba non esistono le note temperate (cioé costruite su precise lunghezze d’onda stabilite a priori, nonostante gli studiosi abbiano a lungo cercato di definire in qualche modo delle regole teoriche): gli intervalli fra le note sono irrazionali, e vengono influenzato dalla sensibilità creativa del musicista.

2 – La musica araba è monodica: tutti gli strumenti producono la stessa melodia insieme, a differenza di quanto accade in un coro o in un’orchestra occidentale, in cui invece le varie melodie prodotte dai vari strumenti sono diverse fra loro e sono regolate dalle leggi dell’armonia musicale. Unica eccezione, la possbilità che altri strumenti tengano la nota di base della scala, producendo un basso continuo, durante un solo improvvisato (Taqsim).

3 – La musica araba è modale e si basa sul concetto di maqam: più che una scala il Maqam è un fenomeno musicale entro il quale si muove la composizione, e che porta con sé forti contenuti emotivi.

4 – La musica araba si basa, un po’ come il jazz, sull’improvvisazione, e questo fatto porta con sé la grande importanza data alla comunicazione fra gli artisti e quindi la necessità di far ricorso enormemente al bagaglio di esperienza ed alla sensibilità personale.

5 – L’importanza della recitazione del Corano nello sviluppo della gusto musicale e della musicalità araba è fondamentale e non trascurabile.

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Violino arabo o Kamanjah https://danzaemusicaaraba.com/violino-arabo-o-kamanjah/ Wed, 28 Mar 2018 16:53:35 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=132 Violino arabo o Kamanjah Il violino occidentale, che in oriente si chiama Kamangah o Kamanjah, sostituisce la Rababa nella musica colta, ma spesso anche nella musica popolare araba. Si trova usato nell’orchestra di musica colta araba,...

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Violino arabo o Kamanjah

Il violino occidentale, che in oriente si chiama Kamangah o Kamanjah, sostituisce la Rababa nella musica colta, ma spesso anche nella musica popolare araba.

Si trova usato nell’orchestra di musica colta araba, il Takht, e anche nelle cerimonie sufi egiziane.

Il violino occidentale è stato adattato completamente alla musica araba quanto a tecnica di suono e utilizzo. In Marocco è frequente vederlo suonare in verticale, come si vede nell’illustraione, come se fosse un piccolo violoncello, dando seguito alla tradizione popolare della Rababa.

Molto diffuso nella formazione di musica araba (la grande Oum Kalthoum nei suoi concerti ne aveva anche una quindicina), il violino viene di solito accordato in sol, re, sol, re#.

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Cimbali, Sagat, Zill, Crotali https://danzaemusicaaraba.com/cimbali-sagat-zill-crotali/ Wed, 28 Mar 2018 16:49:33 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=130 Cimbali, Sagat, Zill, Crotali I cimbali, detti anche più genericamente crotali, si chiamano sagat in arabo e zill in turco; sono piccoli strumenti a percussione molto usati in medio oriente. Data la semplicità della...

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Cimbali, Sagat, Zill, Crotali

I cimbali, detti anche più genericamente crotali, si chiamano sagat in arabo e zill in turco; sono piccoli strumenti a percussione molto usati in medio oriente. Data la semplicità della loro forma, sono strumenti molto antichi: le prime testimonianze della loro esistenza risalgono all’800 a.C.

Si tratta di due piattini metallici, solitamente di ottone, bronzo o rame, qualche volta d’argento, appartenenti alla famiglia degli idiofoni (gli idiofoni sono strumenti musicali il cui suono è prodotto dal materiale stesso di cui è fatto lo strumento senza far ricorso a corde o altri oggetti). Al centro presentano una cupola, al colmo della quale c’è un piccolo buco nel quale è fissato un elastico, con il quale i cimbali vengono fissati al pollice e al medio di ciascuna mano, fra l’unghia e l’ultima articolazione interfalangea. Si usano percuotendo il pollice contro il medio e riaprendo velocemente le dita per permettere al suono di diffondersi.

Dul dorso sono spesso decorati con incisioni.

Producono un suono squillante, più o meno grave a seconda dello spessore, del materiale e della dimensione che hanno.

Simili strumenti sono diffusi in moltissime regioni del mondo, dall’Africa, in cui troviamo più che altro crotali di legno, o in estremo oriente, in particolare nel Tibet, dove si trovano crotali più grandi, legati fra loro da una corda e vengono suonati percuotendoli con un bastoncino o una spazzola metallica.

I cimbali possono accompagnare la musica come strumenti a percussione veri e propri, oppure sottolineare molto semplicemente il tempo.

La danza con i cimbali era specialità caratteristica delle zingare egiziane Ghawazi.

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Mazhar o Tar https://danzaemusicaaraba.com/mazhar-o-tar/ Wed, 28 Mar 2018 16:45:31 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=128 Mazhar o Tar Si tratta di un grosso tamburo a cornice dalla sonorità grave, munito di e doppie coppie di cimbali di ottone. Ciò che lo caratterizza è, più che il diametro, che in...

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Mazhar o Tar

Si tratta di un grosso tamburo a cornice dalla sonorità grave, munito di e doppie coppie di cimbali di ottone. Ciò che lo caratterizza è, più che il diametro, che in realtà è più simile ad un tamburello Riqq che ad un Bendir, è lo spessore, che raggiunge facimente i 20 cm.

Il mazhar viene a volte chiamato “tamburello a due piani” perché in effetti ha uno spessore tale da dar l’impressione di essere costituito da due tamburelli sovrapposti.

Un tempo era costruito su una cornice di legno su cui veniva tesa una pelle di pesce o di capra o più anticamente di gazzella ma oggi si usa appoggiare una membrana di plastica, non sensibile alle variazioni di clima e temperatura, ad una base di metallo, molto più resistente, ma anche molto più pesante.

E’ uno strumento molto sonoro, diffuso in Egitto nella musica popolare. Data la grande sonorità è molto adatto a creare un’atmosfera di festa e di gioco.

Una versione di Mazhar senza cimbali si trova in Egitto con il nome Doff.

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Mizmar zorna o surnay https://danzaemusicaaraba.com/mizmar-zorna-o-surnay/ Wed, 28 Mar 2018 16:42:57 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=126 Mizmar zorna o surnay   Strumento molto tipico della musica egiziana popolare rurale (Sha’abi), è una sorta di oboe a forma di cono, molto sonoro e coinvolgente. Si compone di tre pezzi di legno, con...

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Mizmar zorna o surnay

 

Strumento molto tipico della musica egiziana popolare rurale (Sha’abi), è una sorta di oboe a forma di cono, molto sonoro e coinvolgente.

Si compone di tre pezzi di legno, con 7 fori sulla parte davanti e uno sul retro.

Si suona con la tecnica della respirazione circolare: il musicista incamera aria nelle guance che spingerà nello strumento durante l’inspirazione, in modo da non interrompere mai il flusso dell’aria in uscita.

Questa tecnica, usata anche per suonare l’Arghoul, rende il suono simile a quello di una cornamusa.

Con il termine Mizmar si indica anche il gruppo di musicisti, detti Zummarin, di solito uno duo o un trio, che si accompagna tradizionalmente alla percussione più sonora fra quelle usate nella musica egiziana: la Tablah Baladi, una grancassa a doppia pelle.

I Mizmar sono il tipico strumento usato nei matrimoni rurali e accompagna molto bene la danza. In Egitto esistono tre tipi di Mizmar, con lunghezza e registro diversi. Il più piccolo, dal suono più acuto, si chiama Sîbs, quello di taglia media Shalabîya o “mizmar sa’idi”, il più grande Telf.

In altri paesi limitrofi, come la zona Siro-Libanese, il Mizmar, influenzato dalla zorna turca viene chiamato anche zamr o zamour, e accompagna la danza del folklore, che nella zona si chiama Dabkah.

Data la grande sonorità di questo strumento, non si usa tradizionalmente per accompagnare brani cantati: a meno di non giocare parecchio con la regolazione dei volumi con un potente mixer audio, il mizmar coprirebbe completamente la voce del cantante.

 

Il Mosaico Danza – Via Pomezia 12 / Via Passeroni 6 Milano – C.F. 97205050152. Sede Legale: Via Correggio 22 Milano.

Per info su corsi lezioni e seminari: TEL. 02.5831.7962 – CELL. 339.2130364

 

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Doholla o tar https://danzaemusicaaraba.com/doholla-o-tar/ Wed, 28 Mar 2018 16:38:57 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=124 Doholla o tar   La Doholla è un tamburo a calice diffuso ella musica popolare rurale egiziana. E’ praticamente una tabla egiziana o darbouka più grande del normale. Tradizionalmente la doholla è fatta di argilla...

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Doholla o tar

 

La Doholla è un tamburo a calice diffuso ella musica popolare rurale egiziana. E’ praticamente una tabla egiziana o darbouka più grande del normale.

Tradizionalmente la doholla è fatta di argilla cotta e rivestita di pelle di pesce o di montone, ma oggi è di metallo con membrana di nylon, come tutte le percussioni. La qualità di suono della pelle naturale è in questo strumento nettamente superiore, perché il timbro rimane più grave e meno metallico.

La sua misura non è standard: ne esistono infatti di dimensioni diverse, con la superficie della pelle da due a tre volte maggiore di quella di una normale darbouka.

Si suona proprio come una darbouka, meccanicamente, ma nella musica il suo ruolo è meno raffinato: la doholla deve fornire alla musica un sostegno e riempirla di sonorità gravi. Non si impiegano abbellimenti, rulli o suoni sincopati.

La doholla è utile per tenere il ritmo di base per permettere ad un altro percussionista di fare variazioni.

 

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Strumenti Musicali Arabi https://danzaemusicaaraba.com/strumenti-musicali-arabi/ Wed, 28 Mar 2018 16:35:15 +0000 http://danzaemusicaaraba.com/?p=122 Strumenti musicali del mondo arabo Gli strumenti della musica araba ne definiscono gli stili e delimitano le zone d’origine. Conoscerli è importante per capire la struttura profonda della musica e anche per saper valutare...

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Strumenti musicali del mondo arabo

Gli strumenti della musica araba ne definiscono gli stili e delimitano le zone d’origine.

Conoscerli è importante per capire la struttura profonda della musica e anche per saper valutare provenienza e stile musicale dei cd che abbiamo nella nostra libreria, e in qualche misura se si tratta di musica buona o mediocre, tradizionale o innovativa, fusion, jazz, musica araba fatta in America con gusto occidentale, musica araba fatta in un paese arabo con gusto occidentale o con gusto orientale ispirato all’Occidente… insomma può essere una guida per districarsi nel complesso mondo musicale arabo e medio orientale.

Chi fosse curioso per quanto riguarda la musica africana, invece, segnaliamo il sito www.djembe.it e le pagine dedicate sul sito www.ilmosaicodanza.it

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