Il mito della danza dei sette veli

Salomé e il mito della danza dei sette veli

Danza con i veli

i veli nella danza

Che quella di Salomé sia una figura assolutamente mitologica si comprende già dal suo nome: nella Bibbia non si nomina affatto Salomé, né tanto meno si descrive la sua danza. L’episodio si riferisce a la danza che la figlia di Erodiade, la cognata e concubina di re Erode Antipa, fece in onore dello zio/amante della madre. Erodiade odiava Giovanni Battista perché la aveva condannata moralmente per la sua condotta di concubina.

Ecco i passi del Vangelo che ne parlano:

Matteo 14,6-11

6 Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodiade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode 7 che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. 8 Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». 9 Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data 10 e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. 11 La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre.

Marco 6:21-28

21 Ma venuto un giorno opportuno che Erode, nel suo natalizio, fece un convito ai grandi della sua corte, ai capitani ad ai primi della Galilea, 22 la figliuola della stessa Erodiade, essendo entrata, ballò e piacque ad Erode ed ai commensali. E il re disse alla fanciulla: Chiedimi quello che vuoi e te lo darò. 23 E le giurò: Ti darò quel che mi chiederai; fin la metà del mio regno. 24 Costei, uscita, domandò a sua madre: Che chiederò? E quella le disse: La testa di Giovanni Battista. 25 E rientrata subito frettolosamente dal re, gli fece così la domanda: Voglio che sul momento tu mi dia in un piatto la testa di Giovanni Battista. 26 Il re ne fu grandemente attristato; ma a motivo de’ giuramenti fatti e dei commensali, non volle dirle di no; 27 e mandò subito una guardia con l’ordine di portargli la testa di lui. 28 E quegli andò, lo decapitò nella prigione, e ne portò la testa in un piatto, e la dette alla fanciulla, e la fanciulla la dette a sua madre.

Salomé con la testa del Battista

salomé

Salomé nella storia e la fantasia letteraria

Il nome di Salomé compare per la prima volta nel racconto storico di Giuseppe Flavio e la sua immagine compare in alcune monete (fra l’altro è l’unico personaggio biblico a comparire su monete che sono giunte sino a noi.

Il personaggio di Salomé si è prestato a diventare leggendario: una donna potente e che faceva ciò che le pareva, Erodiade, convince la bella e ingenua figlia ad usare le sue doti sensuali con il proprio stesso amante per ottenerne un proprio vantaggio.

La prima distorsione della sua storia è del 1863, con la biografia di Gesù scritta dal francese Ernest Renan, in cui Salomé viene dipinta come una donna moralmente depravata in maniera analoga alla madre. La sua danza pertanto non poteva che essere erotica.

Gustave Flaubert (che fra l’altro era amico personale di Renan, nonché assiduo viaggiatore in medio oriente) nel 1877, scrisse “Erodiade”, racconto nel quale l’elemento erotico venne sottolineato ancora di più. Nel racconto Flaubert prende sicuramente spunto dalla propria relazione con una prostituta/danzatrice incontrata in Egitto, da cui fu molto coinvolto e che lo contagiò del male, la sifilide, che lo porterà alla tomba.

Oscar Wilde nel 1893 pubblica la tragedia “Salomé”. In cui la donna viene descritta come un personaggio perverso: Salomé si innamora di Giovanni Battista, che la respinge, e lei riesce a baciarlo solo da morto.

Richard Strauss compone nel 1905 la sua opera lirica “Salomé” basata sulla rappresentazione di Wilde. La creazione della danza dei sette veli, che non ha alcun fondamento storicoin nessuna cultura del Medio Oriente, è stata molto probabilmente un’invenzione dello stesso Wilde o dello scrittore francese Pierre Louys, amico di Wilde e specializzato in letteratura a sfondo erotico.