Musica Araba e Musica Spagnola: Introduzione
Questo testo del 1927 e molto interessante poiché è uno dei pochissimi in lingua occidentale che ci racconti in modo esauriente e particolareggiato delle origini della musica araba, ai tempi della prima diffusione dell’ Islam, facendo riferimento a una grande quantità di testi storici arabi, che esistono soltanto in lingua araba.
Ribera è uno studioso che approfondisce e ama la materia delle sue ricerche, e ci offre un quadro chiaro e completo non solo della storia della musica araba delle origini, ma anche del suo contesto sociale e culturale, offrendoci grandi spunti di riflessione anche su ciò che la musica araba è diventata al giorno d’oggi.
Non si tratta di una traduzione letterale, ma di un riassunto (per la verità ben poco riassunto…data la ricchezza di particolari e di nomi) dell’opera, che fra l’altro proseguirebbe oltre con capitoli sui compositori spagnoli, sulla musica di corte spagnola, su ciò che i canti arabi divennero nella penisola iberica e sull’interpretazione delle Cantigas de Santa Maria, dei canti dei trovatori, dei trovieri e dei minnesinger, dei quali Ribera riconosce un’origine assolutamente araba.
Questi temi sono molto interessanti, ma non sono stati tradotti nella dispensa perché esulano un po’ dall’argomento di studio del corso.
Per capire ciò di cui si parla nel capitolo V, è necessario spendere due parole sul significato musicale del termine “armonia”. Si parla di armonia per indicare che, quando in una composizione musicale si stanno suonando contemporaneamente due o piu note, il loro suono deve corrispondere a certi criteri estetici stabiliti dal gusto dell’epoca: le note devono essere dunque “in armonia fra loro”. Spesso si dice che nella musica araba non esiste il concetto di armonia, poiché di solito in una composizione tutti gli strumenti suonano contemporaneamente la stessa melodia, cosa che non accade nella musica moderna occidentale, nella quale ogni strumento dell’orchestra o anche del piccolo gruppo suona una melodia sua propria e diversa da quella degli altri strumenti, e che però produce insieme con essi una musica complessa, che risulta gradevole per il nostro orecchio e per i nostri gusti musicali. Ribera, essendo uno studioso estremamente puntiglioso,osserva che non è proprio così vero che non siano mai esistiti nella musica araba dei criteri estetici di sovrapposizione delle note, qualcosa di simile, se non ad una totale sovrapposizione di melodie diverse, almeno agli accordi che si potrebbero produrre, ad esempio, con una chitarra.
Credo che il suo scopo, in tale ricerca, sia quello di mostrare che anche ciò che apparentemente sembrerebbe essere nato al 100% in seno alla musica occidentale trovava in realta le sue origini, almeno in germe, nella musica araba, che per Ribera e la Grande Madre della musica europea.
La trascrizione dei nomi arabi, passando da una lingua all’altra può cambiare, stravolgendo a volte completamente i suoni. Nella traduzione la traslitterazione dei nomi in arabo è fatta secondo i suoni della lingua italiana, benché sul testo originale, in spagnolo, sia spesso diversa. In particolare, il nome dei Mosuli e stato qui lasciato come nel testo originale, ma si tenga presente che altrove viene indicato come Mausili.