Gli zingari egiziani seconda parte

 

“Notizie sui Nawar e sugli altri gruppi zingari presenti in Egitto”

Seconda parte

Giovanni Canova

Articolo contenuto nell’antologia “La bisaccia dello Sheikh” omaggio ad Alessandro Bausani, islamista, nel sessantesimo compleanno.

Quaderni del seminario di lranistica, uralo-altaistica e caucasologia dell’Università degli Studi di Venezia, 1981

Gli altri gruppi zingari. La leggenda di Az Zir Salem

danze nomadi

danze zingare

“ll matrimonio presso i Nawar dipende dalla Sharia’ah di appartenenza. Tra di noi la dote richiesta è limitata: quanto un Nawar prende in sposa la figlia dello zio o di un parente, non deve versare molti soldi. Ma se una ragazza Nawarah sposa uno che non è della famiglia, non balla più. Per questo al pretendente viene chiesta una dote elevata. I Nawar possono sposare Halab, Mataqil, Bahlawan…, avviene spesso. Questi ultimi sono di origine egiziana, vengono da un paese che si chiama Tilbanah. Sono arabi Bani Murrah e si sono dispersi in seguito ad una guerra avvenuta molto tempo fa. ll loro progenitore è Jassas. Suo nipote si chiamava Az zir Salem, ed aveva un fratello di nome Kuleyb, sposato con Jalilah figlia di Murrah. Questo Jassas uccise Kuleyb, il marito di sua sorella. Az zir Salem era un prode cavaliere, come Abu Zeyd el Hilaii o Antar lbn Shaddad. Era forte come Sansone, affrontava i leoni a mani nude. Quando seppe che Jassas aveva ucciso suo fratello, si mise a far strage tra i Bani Murrah, notte e giorno. Eresse palazzi con i loro teschi! Lo implorarono di smettere; rispose che lo avrebbe fatto solo quando suo fratello Kuleyb avesse detto “Basta”. Un morto che parla? Misero uno nella sua tomba. Az Zir Salem disse :”Kuleyb, ho ucciso migliaia di Bani Murrah, sei soddisfatto’?” E quelluomo rispose: “Basta, sono soddisfattol” Ma dal momento che aveva parlato, Az Zir Salem volle vedere suo fratello. Scese nella tomba e trovò quel tizio. lrato lo uccise, e cominciò di nuovo a fare scempio dei Bani Murrah. La gente della tribù invocò il suo perdono. Disse che chi voleva avere salva la vita lasciasse il paese. Erano i giomi dell’anarchia, non c’era govemo! Ogni tribù aveva il suo capo. I Bani Murrah potevano andarsene, ma a delle condizioni:

1 le loro case fossero “sul dorso degli asini”;

2 non accendessero il fuoco di notte;

3 le donne cavalcassero, ma gli uomini dovevano marciare a piedi dietro di loro;

4 non si fermassero nei luoghi abitati per più di tre giomi.

Questi furono gli ordini di Az Zir Salem, e quella gente accettò e si disperse. Sono i Bahlawan; lavorano con le scimmie e fanno i saltimbanchi, ballano sui trampoli. A Redesiyyah, presso Edfu, c’è un mausoleo dedicato a Az Zir Salem, come per un Wali, uno sheikh.

All’epoca dei sultani c’erano anche i Baramkah. Sono diversi da noi. Il barmteki, in origine, è come il ruffiano (a’rs). Entrano nelle case, invitano gli uomini a dormire con le loro donne. Bevono e restano con loro, e si fanno dare dei soldi. E’ per questa ragione che la parola Barmeki è diventata un insulto. Ora non ce ne sono più, sono cose del tempo dell’anarchia, quando l’uomo faceva quello che voleva, non temeva Dio.

I Salaltah invece sono Nawar. ll loro avo si chiamava Sallut; a un certo punto si sono divisi da noi e hanno preso il nome di Bani Sallut.

Gli Halab fanno i fabbri: forgiano forbici, coltelli, falcetti. Sono originari della Siria, da Aleppo, e sono qui in Egitto da molto tempo.

l Ghajar vivono più a nord, molti sono ladri.

I Mataqil invece sono originari del Sudan, una volta erano schiavi. ll loro avo si chiamava Merjan, ed ebbe per figlio Metqal, che a sua volta generò Qenawi e Tawfiq. Sono bravi suonatori di rababah, ma hanno imparato a suonare questo strumento solo qua in Egitto, meno di un secolo fa.

I Masalib sono diversi da noi. Maslub significa… Sai, il campo, può nascere qualcosa senza che tu l’abbia seminata? Cresce grano, ma col grano ci sono le erbacce, venute su da sole, maledette (sheytani). l Masalib sono cosi, non hanno né famiglia né arte (professione). Girano vendendo stoffe, commerciano in piccole cose, suonano.

Anche i Sayaydah sono Masalib. Vagano per i villaggi e per le campagne con un grande tamburo (tabl esh-sheikh) e una bandiera, suonano davanti alle case. Prendono il loro nomeda Sayyed Ahmed El Badawi, la cui tomba si trova a Tanta. Hanno una specie di licenza rilasciata dalla sua confraternita. Noi chiamiamo i Nawar Daman, gli Halab Hanjaran, i Masalib Daggawan”.

La musica e la danza

i gitani

gli zingari

“Ci sono tra noi musicisti di flauto (Ghab) e di rababah. I suonatori di oboe (Zammarin) sono invece di origine locale. ll flauto è lo strumento più antico. Una volta c’erano gruppi formati da due o tre flauti, di diverse dimensioni, rababah e arghul (Zummarah farsi). Dopo che ci insediammo nel paese, le ragazze nawarah divennero famose e cominciarono a ballare al suono del mizmar turki (oboe). Questo strumento è di origine turca. L’arghul invece è egiziano, e si chiama farsi solo perché è ricavato da una canna che porta questo nome (busfarsi), con la quale si fanno anche i flauti. Si compone di diversi elementi, che si possono togliere per accordarsi con la voce del cantante; di solito si usa questo strumento per accompagnare i mawwal. Per i ritmi, c’è il Tar (al Cairo lo chiamano Mazhar), un tamburello costruito tendendo una pelle su un telaio circolare di legno. La tablah (darabukkah) e il riqq (piccolo tamburello con sonagli) sono invece stati introdotti in Alto Egitto da poco tempo. Ma adesso si vede di tutto, come in città: violini, chitarre, fisarmoniche. Si è tutto mescolato insieme, arabo e europeo (faranji).

Le nostre ragazze si sono specializzate nella danza. Anche tra gli Haiab e i Bahlawan ci sono ballerine, ma non da molto tempo. In ogni caso non apprendono bene l’arte come i Nawar. Le ragazze dei Masalib invece non ballano. La danza si é evoluta rispetto al passato.La nostra danza non è sharqi (“orientale”), ma shabi (popolare). Ci sono differenze, per  esempio nella posizione dei piedi: non si balla sulle punte, ma sempre con la pianta posata.  Mia figlia e raqqasah (ballerina) ora abbiamo la televisione. Vede per esempio Suheir Zaki o Samia Gamal, imita qualche loro movimento e lo introduce nella danza. Noi siamo professionisti, ci guadagnamo da vivere con la danza. E’ per questo che la rinnoviamo, inserendo motivi nuovi, che piacciono alla gente. La danza così si evolve, in base ai gusti e alle richieste del pubblico. Una volta c’erano altri canti, come “ya khayin ya zamani” (o tempo, o traditore), canzoni antiche; la ballerina cantava e gli zammarin la accompagnavano. C’erano anche altre danze, diverse dalle attuali, come  la Raqset es-nacah (danza della  cammella), effettuata con le mani sopra la testa, la Raqset es-seyf (danza della spada) o la Raqset el-bunduqiyyah (del fucile). Noi procediamo in base alla richiesta de mercato. Una volta c‘era una sola ballerina; adesso quando c’é  una festa ne mando due o tre assieme, cosi possono alternarsi. Le feste durano fino al mattino, talvolta per più giorni di seguito.

Gli uomini danzano Raqset el-asaya (dei bastoni o Tahtib) e Raqset el khey (dei cavalli o Mirmah) con gli zammarin“.